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Menandro ῝Ον οἱ θεοὶ φιλοῦσιν, ἀποθνῄσκει νέος.
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Seneca, Lettere a Lucilio, 48.3 | |||||||
Consortium rerum omnium inter nos facit amicitia; nec secundi quicquam singulis est nec adversi; in commune vivitur. Nec potest quisquam beate degere qui se tantum intuetur, qui omnia ad utilitates suas convertit: alteri vivas oportet, si vis tibi vivere. L'amicizia crea fra noi la condivisione di tutte le cose; non c'è nulla che sia positivo o negativo per il singolo da solo: la vita si svolge in comune. E nessuno che sia concentrato su se stesso può vivere felicemente, né chi orienti tutto solo al proprio vantaggio: devi vivere per l'altro se vuoi vivere per te stesso.
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Terenzio, Il punitore di se stesso v. 77 | |||||||
Homo sum: humani nil a me alienum puto. Sono uomo: nulla di ciò che è umano non mi riguarda
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Seneca, Lettere a Lucilio 7,8 | |||||||
Recede in te ipse quantum potes; cum his versare qui te meliorem facturi sunt, illos admitte quos tu potes facere meliores. Mutuo ista fiunt, et homines dum docent discunt. Ritirati in te stesso per quanto ti riesce; frequenta coloro che potranno renderti migliore, ammetti alla tua confidenza quelli che puoi a tua volta rendere migliori. Queste sono esperienze che avvengono in reciprocità e gli uomini mentre insegnano, imparano.
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Virgilio, Georgiche, IV 486 | |||||||
Cum subita incautum dementia cepit amantem Quando l’incauto amante improvvisa colse demenza
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Virgilio, Georgiche IV, 464 sgg. | |||||||
Lui consolando con la cava testuggine il suo amore sofferto te, dolce sposa, te, solitario sul lido deserto, te al venire, te al calare del giorno cantava. Entrò nelle gole di Tenaro, porta profonda di Dite, e nel bosco fosco di buio terrore, s’appressò ai Mani e al sovrano terribile, a cuori incapaci di pena a preghiere di uomini. Ma spinte insieme dal canto, fuor dalle sedi profonde dell’Erebo salivano ombre leggere e fantasmi che più luce non hanno - a mille a mille, quanti uccelli nascosti tra fronde allor che Vespro o pioggia invernale giù dai monti li spinge: madri e mariti e corpi usciti di vita di magnanimi eroi, bimbi e fanciulle ignare di nozze, giovani deposti su roghi sotto gli occhi dei genitori - tutt’intorno il fango nero li avvolge e orrido di Cocito il canneto e l’odiosa palude con l’onda sua lenta, e lo Stige con nove cerchi insieme li stringe.
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L’instabilità degli interessi non giova all’anima (SENECA, Lettere a Lucilio 2. 2-4) |
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Non è in nessun luogo colui che sta dappertutto. A coloro che trascorrono la vita raminghi capita questo: di aver molti luoghi dove essere accolti, ma nessuna amicizia stabile; lo stesso è inevitabile che accada a coloro che non eleggono domicilio nel pensiero di nessun filosofo, ma attraversano tutte le dottrine di corsa e in fretta. Non giova, né diventa nutrimento per il corpo il cibo che viene rigettato non appena ingerito; nulla ostacola la guarigione quanto un continuo mutamento di farmaci; non si cicatrizza la ferita sulla quale si sperimentano le medicine; non cresce il germoglio che si trapianta in continuazione; nulla è così utile da giovare “en passant”. Una massa di libri disorienta; perciò, dato che non puoi leggere tutto ciò che possiedi, basta che tu possegga quanto sei in grado di leggere. “Ma – mi dici – ora voglio sfogliare questo ora quest’altro libro”. [E io ti rispondo:] è tipico di uno stomaco svogliato assaggiare di tutto: cibo che, di natura varia e opposta, alla fine intossica più che nutrire.
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Epicuro, Lettera a Meneceo, 1 | |||||||
Isaiah: Iustitia Domini de radice Iesse |
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Et egredietur virga de radice Iesse et flos de radice eius ascendet et requiescet super eum spiritus Domini spiritus sapientiae et intellectus spiritus consilii et fortitudinis spiritus scientiae et pietatis et replebit eum spiritus timoris Domini.
Non secundum visionem oculorum iudicabit neque secundum auditum aurium arguet sed iudicabit in iustitia pauperes et arguet in aequitate pro mansuetis terrae et percutiet terram virga oris sui et spiritu labiorum suorum interficiet impium et erit iustitia cingulum lumborum eius et fides cinctorium renis eius.
Habitabit lupus cum agno et pardus cum hedo accubabit vitulus et leo et ovis simul morabuntur et puer parvulus minabit eos vitulus et ursus pascentur simul requiescent catuli eorum et leo quasi bos comedet paleas et delectabitur infans ab ubere super foramine aspidis et in caverna reguli qui ablactatus fuerit manum suam mittet.
Non nocebunt et non occident in universo monte sancto meo quia repleta est terra scientia Domini sicut aquae maris operientes.
..... Prophetia Isaiae, 11. 1-9 |
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